Tam stilla quam lagoena


Vinitaly 2014, dammi il cinque (positivo) - di Nicola Gini

12.04.2014 14:23

Di Vinitaly scriviamo perché ci siamo stati. E ci permettiamo qualche giudizio, corto e concreto, che possa rivelarsi "dritta" per chi cerca buone cose e per capire meglio la fiera che ha portato nei padiglioni di Verona 150 mila visitatori da tutto il pianeta.

 

Le 5 migliori cose di Vinitaly 2014, partendo dal fondo

5 - Gli amici produttori/venditori che ritrovi tra gli stand in fiera: ci hanno messo entusiasmo, senza bluffare sulla crisi: "Essì, si fatica non solo in vigna ma anche per vendere il vino".

4 - Lo spazio Vivit (Vini vignaioli terroir): vignaiuoli originali, affermati (veramente bravi) e giovani che ti conquistano con i loro vini. E i racconti di terroir: "Lipari, bella terra, mare, vigne. Dove il cellulare nemmeno prende...".

3 - Il salone VinitalyBio: semplice, diretto, convincente. Esemplare la passione dell'azienda Sorelle Schiavi per il Lambrusco che si beve quotidianamente sulla tavola del produttore.

2 - Il gadget dell'azienda La Fontanina di Grezzana (Verona), proprio nel VinitalyBio. D'altronde, no gadget, no fiera. E questa azienda ha scelto di omaggiare i visitatori donando una barbatella (Corvina, Corvinone e Rondinella). Quale ci è capitata? Qui sta il trucco: l'azienda non te lo svela, per saperlo devi piantarla, curarla e attendere pazientemente il primo grappolo per vederne svelato il vitigno.

1 - L'alta concentrazione di donne. Buon segno, per il futuro del vino.

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